mercoledì 17 ottobre 2012

Non solo spazi.


Oggi non parlerò solo di spazi, ma anche di soldi.
Ma prima lasciatemi ancora parlare di spazi. Basti per questo, la mail che ho ricevuto da un collega. Non la commento.

Cari amici
vorrei segnalarvi ciò che tristemente già sapete, ovvero il disagio logistico degli studenti del *** anno di Architettura.
Ieri avevo 4 ore di lezione frontale con loro. Li ho chiamati al telefono mezz'ora prima della lezione, perché ormai so che possono essere ovunque. Mi hanno detto che erano, stavolta, nell'androne dell'Asilo.
Ho fatto lezione nell'androne in condizioni di indicibile difficoltà. Grida e schiamazzi minacciano la lezione dall'entrata dell'Asilo e dal corridoio che dà sul giardino. File di studenti passano all'interno della "classe" per andare in bagno. Altre file si formano per acquistare bibite dai distributori, con relativi tintinnii di monete e tonfi di lattine. Credo di essere uscito più di venti volte per chiedere ai capannelli di studenti di fare per favore silenzio (non immaginavano di disturbare una lezione).
In più, io avevo preparato la lezione impostandola sull'ausilio di un powerpoint che non ho potuto proiettare: sia perché nell'androne non c'è uno schermo (sui pannelli ci sono dei fogli di carta, ma i pannelli servono al momento da paravento), sia perché non c'erano proiettori ieri all'Asilo (perché?? Segnalo anche questo problema).
Ho dovuto improvvisare una lezione del tutto diversa da quella prevista. Nell'androne non esiste neanche una lavagna: è impossibile quindi utilizzare un qualsiasi tipo di supporto grafico.
In classe avevo circa 40 studenti, di cui una dozzina di Erasmus che avevano facce sbigottite e seccate (evidentemente sono meno assuefatti dei nostri studenti). Mi sono vergognato molto; mi sono a lungo scusato con tutti a nome del Dipartimento e dell'Ateneo.
Ho chiesto agli studenti se ritenessero opportuno andare al Pou Salit, ma hanno detto che non entrano tutti nell'aula al piano terra e che tutto considerato la situazione sarebbe stata peggiore.
Ho parlato con *** (che ringrazio per la disponibilità), e seguirò - per quanto mi sarà consentito - il suo consiglio di spostare il maggior numero possibile delle mie lezioni al mercoledì, quando ci sono aule disponibili all'Asilo. Ma credo che questa non possa essere non dico la soluzione, ma neanche il palliativo.
In futuro mi rifiuterò di fare lezione frontale nello spazio dell'androne dell'Asilo. Abbiamo convenuto con gli studenti che le mie prossime lezioni - in assenza di novità positive - si svolgeranno al Liceo Artistico: a loro giudizio, fra tutte le mediocri opzioni che esistono al momento, la più tollerabile.
Vi ringrazio per l'attenzione, e vi prego di continuare a lavorare - come state facendo - a una possibile soluzione del problema; ditemi se occorre che faccia qualcosa io; mi farò vivo con *** per vedere di spostare un po' di mie lezioni al mercoledì. 


L'altra questione è quella dei soldi; leggete qui. Avete letto? Ora pensateci un momento: cosa manca? Direte, ma certo? E poi vi verrà subito in mente che Alghero è una località suburbana di Sassari. O no? Se ne può parlare,  con la massima fraternità nei confronti di Nuoro, Oristano, Iglesias, Olbia (le ultime due in ordine alfabetico, a parità di somma)?

Concludo con una riflessione che cercherò di approfondire in futuro. Perché un blog? A me viene in mente che chi ha il compito di gestire gli affari di una comunità dovrebbe tenere un blog; a molti altri che, invece, non dovrebbe tenerlo. 

Io non so cosa rispondere a chi mi dice o a chi mi fa capire  che non dovrei avere un blog, questo blog in cui - con il massimo rispetto e con la massima trasparenza - racconto quel che faccio, quel che succede e quel che penso con riferimento ad AAA, assumendomi la personale responsabilità di quel che scrivo, ma con le attenzioni e le prudenze  di chi ricopre una carica istituzionale elettiva. Ci penso e non so proprio capire perché dovrebbe essere altrimenti.

P.S. Domani posterò, se sarò autorizzato a farlo, la bella risposta della Presidente della Commissione cultura, istruzione e politiche sociali.



2 commenti:

  1. La negazione di spazi a chi li dovrebbe in futuro progettare è la dimostrazione che si sta annullando la cultura e la formazione.
    Scuole senza palestre, università senza aule=società senza futuro.
    Assuefazione e rassegnazione mascherano la vergogna.

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  2. nicolò ceccarelli-docente Facoltà Architettura18 ottobre 2012 alle ore 09:44

    La pena e l'imbarazzo sembrano non avere fine, nel baratro (senza fondo?) in cui quella che sino a 2 anni fa era la prima Facoltà di Architettura di Italia. Da allora, da quando ci sono state negate quote consistenti dei finanziamenti che ci permettevano di fare il nostro lavoro al livello che sappiamo, siamo passati al secondo posto, posizione che teniamo, nonostante tutto. Nel paradosso in cui ci troviamo è proprio questo il miracolo di AAA.
    Chiudo dichiarando che il giorno in cui negli androni delle Università italiane saranno collocati lavagne e proiettori per fare lezione il senso proprio dell'inegnamento universitario avrà del tutto cessato di esistere.

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