sabato 27 ottobre 2012

In attesa dei numeri ...

Non temete li darò i numeri: le persone, gli spazi, i risultati.

Oggi vi devo una spiegazione.
Si potrebbe chiedere: "perché se piove dentro al Pou Salit (e vi lascio immaginare cosa sta succedendo ora) e se il riscaldamento non funziona in nessuna sede, non  mettete le cose a posto voi dell'università (Ateneo o Dipartimento) o non le mette a posto il proprietario degli immobili?"
Il perché sta nel fatto che detti immobili sono a carico della società consortile tra Comune e Università: una società che ci ha messo qualche anno a nascere e che è nata senza fondi e con scarsa operatività.
Nella cessione degli immobili alla società consortile non è mai stato concretamente chiaro quale fosse la vera ripartizione delle spese tra i soggetti: in realtà funzionava "un po' così":  le spese di gestione le copriva l'Università, la manutenzione ordinaria "dipende" (era questione di buona volontà e dei buoni uffici e della generosa disponibilità ad attivarsi del Presidente: quindi spesso interveniva la società in house), la manutenzione straordinaria nessuno (salvo in casi di emergenza assoluta in cui in qualche modo le "vittime" erano costrette a intervenire, tamponando).
Va da sé che con il tempo la manutenzione straordinaria di immobili non recenti e con un forte uso è decisiva.
Specie quando gli impianti non funzionavano neppure all'inizio.
Quindi per anno abbiamo provveduto a riscaldamento e condizionamento con mezzi del tutto impropri, ambientalmente ed economicamente dispendiosi e inefficienti; con risultati inaccettabili.

Ora la società consortile è di fatto sciolta ed è ancora peggio: l'Università non  ha più titolo e diritto di intervenire.
Nel frattempo si discute molto (immagino) del futuro, nei posti giusti e tra chi ha titolo di decidere.
Come si dice che abbia scritto Tito Livio (ma è una parafrasi efficace): Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata).
Avere il riscaldamento non è un lusso, ma un dovere (i colleghi mi parlano del Dlgs 81/2008).
Si potrebbe forse fare un accordo provvisorio Comune - Università che consenta di intervenire sulle questioni più urgenti?

Poi si può pensare a interventi più in profondità, tesi alla riqualificazione, al risanamento, al  risparmio e all'efficienza energetica, alla valorizzazione delle pertinenze. Se si vuole, noi siamo qua disponibili, a titolo gratuito, a dare una mano al Comune a progettare e a partecipare a bandi. Lo ripetiamo.
Avevamo detto, quasi tre mesi fa, che eravamo disposti a fare dei progetti e degli studi di fattibilità (gratuiti) sulle possibili destinazioni di importanti attività comunali. Siamo disposti, lo ripetiamo.

Ad esempio abbiamo già lavorato a una prima mappatura degli spazi educativi di Alghero e dei loro problemi di tipo "energetico": per il l PAES (Piano di Azione per l'Energia Sostenibile)  ci rendiamo disponibili a dare una mano, regalando tutti gli studi e le ricerche che abbiamo fatto (quelli del progetto Case Mediterranee dovrebbero essere già nelle disponibilità dell'Amministrazione) e mettendo a disposizione le competenze presenti ad AAA.



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