venerdì 14 giugno 2013

Le ragioni di una scelta. Il post definitivo.

Al mio paese si raccontava una storia,
Una coppia prolifica, dopo aver battezzato alcuni figlio con i nomi di Sesto, Settimo, Ottavino, decise di smetterla e chiamò il nono figlio Ultimo; non sempre quel che si decide corrisponde a quel che succede realmente.Ne nacque un altro cui venne posto il nome di Definitivo.
Che si tratti di una storia un po' inventata è suggerita dall'assenza di femmine nella sequenza.
Voglio spiegare perché faccio la scelta di interrompere il blog del Direttore e quindi di considerare questo post come definitivo.
Intanto c'è una stanchezza (non mia): cala il numero di lettori e scompaiono i commenti; segno che l'interesse è diminuito.
Poi c'è l'inefficacia: non si combatte con la trasparenza e la chiarezza la disinformazione e gli effetti annuncio; che molti amici mi dicano che non hanno capito come stanno le cose su questo o quell'argomento è il segnale più evidente che questo non è il modo giusto di comunicare.
Poi c'è l'opportunità: molti che mi leggono e con cui parlo, mi dicono che sì ho ragione, ma che certe questioni è meglio non sollevarle esplicitamente; il fatto che alcuni tra i miei più cari amici siano di questo convinti mi costringe a interrogarmi.
Poi c'è "il così non si fa": l'ipocrisia accademica ha come prassi quella di darsi coltellate quando si può, ma di non discutere mai pubblicamente i problemi; se non accoltelli nessuno, ma esprimi dubbi o dissensi, fai danno; anche questo mi viene costantemente rimproverato.
Dopo 114 post e quasi 50.000 visualizzazioni chiudiamo qua.
Grazie a tutti.





domenica 9 giugno 2013

Qualche fatto ...

Ci sono alcune cose che sopporto poco.
La prima è che degli intellettuali scrivano in cattivo italiano (considero "intellettuale" chi fa un lavoro intellettuale, scelto e pagato per farlo).
La seconda è che delle comunicazioni alla stampa siano vuote di notizie e abbiano come unico scopo quello di creare il cosiddetto "effetto annuncio", ovvero di dare per avvenute cose che sono ancora in divenire.
Credo di avere ragione.

Qualche notizia e una considerazione.
Ieri abbiamo avuto una giornata importante in Dipartimento: la presentazione del polo sardo del SITAN (Sistema Informativo Territoriale Archeologico Nazionale), un progetto che coinvolge, oltre a noi, le Università di Siena, Roma La Sapienza, Bologna, e che è coordinato dal collega Giovanni Azzena. Nell'occasione abbiamo firmato un importante accordo con le Soprintendenze sarde. Il DADU conferma il carattere interdisciplinare del suo progetto formativo e di ricerca e i suoi rapporti con il territorio.

Buone notizie anche dai nostri spin-off.
Uno di essi ha partecipato alla Start Cup Sardegna, arrivando in finale.
Si tratta di EDO-EnergEticaMente, piattaforma web (EDO) che, esplicitando i costi nascosti delle scelte energetiche, guida imprese, privati ed Enti Pubblici a un consumo più razionale sul medio periodo.
L'altro TaMaLaCà ha dato vita a una emozionante esperienza a Sassari, quella del Giardino che non c'è.

Infine la prossima settimana avremo delle importanti occasioni di discussione: una Giunta di Dipartimento lunedì, cui parteciperanno Rettore e Direttore generale, un Consiglio di Dipartimento mercoledì, una giornata di riflessione di tutta la nostra comunità sul futuro del DADU sabato.
Discuteremo sul serio, di cose serie, di prospettive e problemi, da persone serie.

Tra questi quello della biblioteca, che rischiamo di dover chiudere in pochissime settimane.
Come tutti sanno il contratto con la Curia è scaduto da alcuni mesi. Dobbiamo andarcene. Del resto le condizioni statiche (con l'inizio dei lavori da parte della Curia), igieniche e sanitarie (con le continue e solo parzialmente efficaci derattizzazioni), di spazi (con molti libri che non possiamo esporre e spazi di lettura angusti e inadeguati) non ci consentono di andare avanti.
Verrò considerato come polemico e incontentabile se ricordo che da Gennaio ho posto ripetutamente al Commissario prima e al Sindaco poi la questione e la sua urgenza? Lo spazio per la biblioteca del Santa Chiara era originariamente previsto per la biblioteca - mediateca nazionale su Cinema e città e per la biblioteca di Architettura: è stato consegnato e collaudato nel settembre scorso 
Un anno fa proponevo ancora una volta la costituzione di una Commissione congiunta Università / Comune per discutere di come realizzare una biblioteca congiunta.
Una delle ragioni per cui credo in questa proposta è in questi dati:

13.05.2013 SETTORE III - BIBLIOTECA COMUNALE - AVVISO PUBBLICO
Nuovi orari di apertura biblioteca comunale a decorrere dal 13.05.2013:
dalle ore 08.00 alle 13.45: lunedì - martedì - mercoledì - giovedì - venerdì;
dalle ore 15.30 alle 18.15:
 lunedì - martedì - mercoledì - giovedì.

Volete fare il totale?

Biblioteca “Fernando Clemente” della Facoltà di Architettura
Apertura
Lunedì  - Venerdì: 9:00 -21:00
Sabato: 9:00-14:00

Volete fare il totale?

E si potrebbe fare di più. Da subito, ad esempio, penso che si potrebbe almeno fare questo per la biblioteca congiunta:


Lunedì - Sabato 8.00 - 22.00

Domenica 10 - 18.


Possiamo meditare?






sabato 1 giugno 2013

La difficile arte ...

La difficile arte di comunicare.
Io ci provo da oltre un anno, ma senza esiti significativi.
Tornano sempre le stesse questioni, sempre le medesime mancanze di informazioni (su dati forniti e riforniti). I commenti sui media, a parte troll e imbecilli, dimostrano che le cose dette in decine di post non sono servite a nulla. Ma amen.
Ci riprovo.
Non senza premettere che mi sento - non solo per questo - stanco e demotivato.

Ci provo.
Noi non abbiamo mai voluto fare una "Scuola come tante", rassegnata alla mediocrità.
Abbiamo voluto provare a metterci all'altezza delle Scuole migliori, italiane ed europee; abbiamo chiamato docenti da tutto il mondo, costruito un progetto formativo innovativo, mandato pressoché tutti i nostri studenti all'estero, sviluppato rapporti con il territorio e con il mondo.
I risultati li abbiamo avuti: siamo ai vertici delle classifiche, abbiamo un'ottima  reputazione più o meno dappertutto, abbiamo laureato ottimi studenti, continuiamo a stare nei circuiti internazionali.
Non un'altra Scuola, ma una Scuola di grande qualità.
Abbiamo avuto dei meriti, noi tutti della comunità di AAA a partire da chi ha avuto la visione e la forza di portarla avanti, il collega Vanni Maciocco, per finire - passando attraverso docenti, collaboratori e studenti - con il sottoscritto.
Ma abbiamo avuto dei sostegni: nei primi anni la disponibilità di spazi (messi a disposizione dal Comune) e di risorse (messe a disposizione dalla Regione) sono stati congrui.
Noi non vogliamo fare una "Scuola come tante", vogliamo puntare a giocarcela con i migliori.
Tra parentesi, solo così il valore di AAA per la città e il territorio è grande e non meramente legato all'affitto delle case per residenza.
Bene.
Posso ripetere che tentare di avere una Scuola di qualità deve essere una scelta e richiede degli investimenti?
Non possiamo pretendere che i nostri interlocutori vogliano assumersi queste responsabilità: in tempi di vacche magre (o di assenza di vacche) le istituzioni devono scegliere cosa vogliono e possono fare.
Si può decidere che AAA è un costo che non si può sopportare. Non è un crimine. è una scelta.

Noi pensiamo che gli spazi che servono ad AAA ci siano, che difficilmente potrebbero avere una destinazione diversa e più redditizia, che ad Alghero ci sono già molti spazi poco utilizzati e sotto-utilizzati, che assegnati ad AAA avrebbero una vita e una vitalità che renderebbe servizi a tutta la città, alle istituzioni, alle associazioni, ai residenti, agli ospiti.
Noi pensiamo che la Regione debba sostenere una sede decentrata ad Alghero con un finanziamento pari ad almeno  un terzo (il 33%) dei fondi destinati a Nuoro sia un buon investimento, che risolverebbe problemi di gestione e manutenzione degli immobili e garantirebbe risorse sufficienti per mantenere un ambiente internazionale che giova al prestigio, all'immagine e all'economia di Alghero e della Sardegna.
Noi pensiamo che l'Ateneo debba - nel suo insieme - decidere se la sede di Alghero possa avere le dotazioni e i servizi necessari per operare in condizioni di normalità e decidere se investire strategicamente su una Scuola di qualità, che ha avuto e può avere un effetto traino per tutti. [Faccio qui una precisazione, a scanso di equivoci, io apprezzo moltissimo l'impegno e il sostegno del Magnifico Rettore Attilio Mastino cui mi lega una grande amicizia e per cui ho una stima profonda; dopodiché siamo diversi e ci capita di avere diverse percezioni dei modi con cui affrontare i problemi; ma anche con Vanni Maciocco eravamo e siamo diversi.]
Noi pensiamo che l'ERSU deve considerare Alghero tra le sedi cui garantire servizi (da quelli abitativi, alla mensa, agli spazi per lo sport e la cultura): possiamo costruire un progetto che costruisca una rete di servizi utili per tutti i giovani della città.
Insomma bisogna scegliere. Posso dire quel che temo? Temo che non si sceglierà. L'esito sarà una rapida "cattura" di AAA da parte della mediocrità.

Non ho parlato dei termini operativi dell'accordo tra Ateneo e Comune sugli spazi. Sia perché l'accordo non è ancora definitivo, sia perché non è stato reso pubblico, sia perché non coinvolge direttamente il Dipartimento nella sua sottoscrizione. Ho già espresso un giudizio da professore di urbanistica su alcune parti dell'accordo, quelle che non mi convincono e che ritengo sbagliate per gli interessi della città. Spero di potermi esprimere presto come cittadino.
Abbiamo deciso (io non sono entusiasta di questa decisione: possiamo dire che non ero del tutto favorevole?) che nella scheda per il Ministero indicheremo in prima istanza Alghero come sede delle lezioni di tutti i corsi, riservandoci - se le sedi non saranno effettivamente disponibili per l'inizio delle lezioni (come io temo) - di spostare alcune classi a Sassari: un compromesso, che non mi convince, ma che convince il Rettore e i miei colleghi coinvolti.

Il giorno 15 Giugno ci incontreremo per una giornata intera per parlare del futuro del Dipartimento: è una nostra abitudine ragionare esplicitamente e pubblicamente; un'altra buona pratica che non sarebbe inutile esportare.
Come dicevo sono stanco e demotivato, spero che da quella giornata emergano forze nuove per dirigere il Dipartimento; sempre che decidiamo che ha un senso andare avanti, come una Scuola di qualità, non come una Scuola qualsiasi.

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