sabato 31 marzo 2012

Prima di Pasqua

Care amiche e cari amici,
come sapete è ripresa l'apertura serale e festiva autogestita della sede dell'Asilo: non sta andando benissimo, ma va (cercheremo di individuare le criticità): serve che costruiamo una maggioranza consapevolezza del fatto che facciamo parte di una comunità e che i nostri spazi e le nostre attrezzature sono un bene comune; come forse non sapete stiamo completando il quadro delle deleghe e delle responsabilità, le pubblicherò nel fine settimana, e così potremo allargare operativamente il quadro delle persone coinvolte nella gestione (sono moltissimi quelli che danno una mano).
Nei prossimi giorni incontrerò tutte le classi, anche in vista della costituzione dei consigli di Corso di laurea e della definizione della struttura dei corsi del prossimo anno.
Ma - in questo blog - voglio dire in modo chiaro a che punto è la notte.
La crisi economica, che non finirà presto, le decisioni dissennate di tagli indiscriminati alle risorse per l'Università,  una legge pasticciata, incoerente e sbagliata (la cosiddetta legge Gélmini), le molte circolari e i molti decreti che - con lo scopo di razionalizzare -  complicano la possibilità di gestire l'offerta formativa, si aggiungono ai problemi strutturali di AAA, quelli - drammatici e insostenibili -  delle sedi, del personale, dei finanziamenti: il fatto che vi sia stato un taglio enorme dei fondi per i visiting professor da parte della RAS mette in enorme difficoltà, per non dire che rende impossibile, la costruzione di un'offerta didattica adeguata per il prossimo anno accademico.
Siamo stati costretti, con grande rammarico, a chiudere il corso di Laurea di Design, un corso che funzionava ed era utile, abbiamo difficoltà a definire in modo stabile - se non con grandi e intelligenti invenzioni - l'offerta per le lauree magistrali.
Abbiamo spazi insufficienti, inadeguati e di dubbia agibilità: la possibilità di entrare nella nuova sede a Settembre si fa ogni giorno più dubbia e non sappiamo come cominciare l'anno (a parte che sulla destinazione del complesso delle Isabelline non c'è ancora piena chiarezza).
Abbiamo una dotazione di personale del tutto insufficiente.
Dopo il taglio delle risorse da parte della Regione, dovuto alla nostra esclusione dai fondi per l'università diffusa, abbiamo proceduto raschiando il fondo del barile e peggiorando in modo vistoso alcuni servizi, con qualche occasionale generoso contributo dell'Ateneo.
Siamo una sede staccata con solo una frazione dei servizi disponibili per le sedi di Sassari.
La mia impressione è che non ci sia nella nostra comunità di Alghero e nella nostra più vasta comunità dell'Ateneo, la percezione della gravità e dell'urgenza della situazione e della necessità di una mobilitazione, in primo luogo delle coscienze, per affrontare questo passaggio.
Parlo di passaggio perché nonostante l'entità e la gravità dei problemi se tutti facessimo la nostra parte, quel che è necessario, passata l'emergenza, per far andare avanti un'esperienza di assoluto valore, di grande importanza economica, sociale, culturale e simbolica per la città, il territorio e per l'Ateneo, non è poi così tanto; occorre relativamente poco, molto meno di quanto viene speso da altri parti per risultati più dubbi.
Ho già scritto che con un'adeguata disponibilità di spazi (che sarebbero spazi restituiti alla città e ai suoi ospiti, non sottratti), con una dotazione di personale normale e "media", con la garanzia di alcuni servizi, con un flusso di risorse ragionevole (molto meno dei milioni di euro per Oristano e Nuoro, non molto di più di quelli per Olbia), potremmo non solo farcela a sopravvivere (e di vegetare a me non interessa e non serve a nessuno), ma anche a essere un Scuola di assoluto rilievo internazionale, un dinamico vascello utilissimo a tutta la flotta dell'università sassarese e all'intero sistema formativo della Sardegna.
Nei prossimi giorni presenteremo alla città cosa è stato e cosa può essere AAA, in occasione del nostro decennale.
Come ho già più volte scritto, dopo l'insediamento degli studenti nel Consiglio di Dipartimento (diciamo a inizio Giugno) rimetterò il mio mandato per ovvie ragioni di democrazia; valuterò in quello occasione se propormi per una conferma o no.
Ho già scritto che non intendo fare l'esecutore testamentario: se - come non è improbabile - questo dovesse apparire il destino probabile, non mi ripresenterei; tuttavia vi assicuro che in questi due mesi mi batterò perché AAA possa vivere e prosperare; mi piacerebbe che ognuno di voi, donne e uomini di AAA, foste consapevoli che non potete non darvi da fare e non potete non essere preoccupati. Solo insieme possiamo farcela. Grazie.

Nessun commento:

Posta un commento