venerdì 28 dicembre 2012

Auguri: buon 2013

Ho ricevuto parecchi commenti "privati" al blog precedente. Non era molto ottimista, ma non credo che possa esserlo. I tempi scorrono senza che le scelte importanti vengano fatte, senza che la discussione nel merito venga avviata. Come potrei essere ottimista?
Provo a ripeterlo: ci sono molte complesse questioni che richiedono attente valutazioni, definizione di alternative, confronto; ci vuole tempo per fare le cose per bene.
E il tempo passa inesorabile.
Ciò premesso, dedicherò questo post agli auguri per un prospero anno nuovo.
Per la nostra comunità, AAA, che - tutto sommato - lo merita.
Per tutto il nostro Ateneo, che ha bisogno di tanta fortuna dopo che anche il governo Monti, come i precedenti, ha dato il suo (importante) contributo alla distruzione della scuola e dell'università pubblica.
Per la città che ci ospita, in generale molto generosa e ospitale.
Per la nostra terra, per quest'isola colpita da una crisi che è anche di speranza.
Lo faccio un poco pro domo mea
Con le parole di uno spirito illuminato, che ha scritto - nel 1516 - un'opera (in due libri) chiamata De Optimo Statu Reipublicae Deque Nova Insula Utopia.
Un nome fortunato per un'opera complessa, di cui la pars destruens (quella del primo libro, scritto dopo il secondo) è illuminante per capire la pars adstruens (quella del secondo).
Tommaso Moro nella citazione predica bene, ma nella vita si comporta in modo diverso sino a essere decapitato per le sue idee (ma quando era Cancelliere parecchi "eretici" furono bruciati).
La citazione però è bellissima ed ambigua (con Ursula K. Le Guin, l'unica utopia interessante è "l'ambigua utopia") e ve la propongo.


 “Lo stesso vale per la politica e la vita di corte. Se non si possono sradicare completamente gli errori, né battersi contro i vizi come in effetti vorreste, non ci si deve tirare indietro per questo. Sarebbe come voler abbandonare una nave nella tempesta soltanto perché non si è in grado di controllare i venti. D’altro canto, non serve a niente cercare d’imporre a forza idee del tutto nuove, che non sortirebbero alcun effetto contro i pregiudizi della gente. Si deve parlare indirettamente, muoversi con quanto più tatto è possibile, dandosi almeno da fare per ridurre al minimo il danno di quegli errori che non si possono correggere. Poiché non potrà esserci perfezione finché gli esseri umani non diventeranno perfetti, speranza alla quale ho rinunciato ormai da tempo.”

 “In questo modo però. - disse Itlodeo,  - a furia di darmi da fare per porre riparo alla pazzia altrui, finirei per impazzire anch’io. Se voglio dire la verità, devo dirla nel modo che voi contestate. Io non so quanto sia giusto per un filosofo mentire, ma certo non vi sono abituato. A parte il fatto che, per quanto ciò che dico possa risultare noioso, non vedo però che cos’abbia di così stravagante. Mica cerco di convincere nessuno ad adottare il sistema proposto da Platone nella sua immaginaria Repubblica, né quello vigente attualmente in Utopia, che per quanto migliori del nostro potrebbero apparire eccentrici, dato che non prevedono la proprietà privata ma solo la comunione dei beni”.   

Buon 2013


Nessun commento:

Posta un commento