domenica 25 novembre 2012

Fermiamo anche questo ...

Ho scelto da parecchi giorni la strada del silenzio stampa. mi sono limitato a descrivere con gli ultimi post le cose che facciamo ad AAA.
Ma più di uno mi dice che ancora non va bene, che anche parlare delle cose che facciamo può considerarsi una provocazione o un disturbo.
Bene.
Faccio un primo passo indietro. Per la serie, uno per volta.
Mi consentite un paragone?
Schettino non mi piace, ma non so quanto della colpa sia sua e quanto della Costa Crociere (tenderei a non fidarmi della Costa Crociere).
Tuttavia indipendentemente da quel che dicono o fanno gli armatori, nel mio caso quando lascerò la nave, tutte le scialuppe saranno calate in acqua e messe in sicurezza; e solo dopo scenderò anche io.
Ma poi qualche parola su quel che è successo dovrò dirla. Per capire se ci sono o no responsabilità per cui una bellissima nave ha dovuto finire la sua navigazione.
Ovviamente chi vuole pormi domande, privatamente può farlo, sicuro di avere risposta; ponete anche le  domande più scomode scrivendomi al: all'indirizzo abcecchini@gmail.com. Risponderò a tutti senza reticenze.
A risentirci (forse).




19 commenti:

  1. Ad un certo punto, si può anche decidere che è troppo. A qualcuno piace leggerle, le cose che fate.

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  2. Cara o caro anonimo, io sono convinto che sia sempre opportuno discutere e confrontarsi. Ma da molte parti mi si dice che è meglio tacere e fare in modo che si risolvano le cose nelle sedi opportune. Sono messaggi insistenti che mi fanno pensare di essere la persona sbagliata al posto sbagliato. Del resto questo credo che sia il messaggio più chiaro che viene lanciato con le poche parole e i molti silenzi.
    Dopo aver messo in sicurezza i passeggeri, sto seriamente prendendo in considerazione l'ipotesi di sbarcare.

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    1. Io, se fossi in Bibo, me ne fotterei di coloro che dicono "che è meglio tacere...". Io!!

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    2. Anche io se fossi in me; ma ho (ancora) una responsabilità che va oltre la mia persona e quel che vorrei fare.

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    3. credo che molte delle persone verso la quali ha delle responsabilità vogliono, per citare, che "se ne fotta" e vada avanti!

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  3. Proveremo, se sarà possibile, a farle cambiare idea. Il concetto di "sedi opportune" fa subito pensare cose sgradevoli. Un saluto, Anna

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  4. ... Les gens de bon conseil ont su me faire comprendre
    Qu'à l'homme de la rue j'avais des comptes à rendre ....

    http://www.youtube.com/watch?v=RVKyzkNBqjQ

    J'aime mieux m'en tenir à ma première façon
    Et me gratter le ventre en chantant des chansons.
    Si le public en veut, je les sors dare-dare,
    S'il n'en veut pas, je les remets dans ma guitare.


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    1. Ribadisco che amo Brassens. Il pubblico, un certo pubblico non ne vuole.

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  5. "La pazienza e l'ironia sono le virtù principali dei rivoluzionari"...
    un abbraccio prof!

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    1. Cara anonima, caro anonimo hai ragione. Mi piace pensare di avere entrambe le virtù.
      Scherzando un mio caro amico citava falsamente così: "Come diceva il compagno Lenin nel suo famoso testo Opere scelte: che si incazza ha torto!"
      Scusate il francesismo.

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  6. Senti Bibo, tu sei un ottimo Direttore, votato per quel che so all'unanimità (unico direttore di fatto votato anche dagli studenti, sia pure informalmente e fuori termine, non certo per colpa tua!). E il Direttore, fino a prova contraria, non lo vota il pubblico, come chessò all'Isola dei Famosi o qualche altra festa di quel tipo. Quindi resisti (compreso alle provocazioni, le loro sì reali, proprio perché non velate ma sotterranee). E poi, visto che ami Brassens, chi non sa che "Les croquants, ça les attriste, ça les étonne, les étonne..."

    Un abbraccio,
    G.

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  7. Cara G. (o caro G.),
    non sono un ottimo Direttore.
    Servirebbe una persona più giovane (non amo la rottamazione dei vecchi, ma penso che ci sia del buono nel rinnovamento anche anagrafico, sarebbe meglio una donna (il mondo accademico è vergognosamente discriminatorio nei confronti delle donne, man mano che si "sale" nella carriera il loro numero si assottiglia in modo imbarazzante); e poi non sono abbastanza autorevole e autoritario, soffro per le complicazioni burocratiche, non sopporto l'opacità e le manovre di corridoio, ho poco peso politico in Ateneo, non appartengo a nessuna conventicola o gruppo di potere, non sto nemmeno in un partito che conta. Infine sono un po' ciclotimico e tengo molto alle questioni di principio.
    Poi, forse, non sono stupido, so parlare e sono onesto, anche intellettualmente e, credo di avere una visione adeguata.
    Ciò premesso: è vero che la mia legittimità non viene dall'esterno, ma dalla fiducia della mia comunità; è vero nei fatti oltre che nelle norme. Ma se la mia persona, come pare, è per alcuni l'ostacolo a prendere decisioni opportune per il bene comune (non solo di AAA), credo che dobbiamo rifletterci. Come ho detto ai miei colleghi, l'assunzione di una responsabilità di direzione non era nei miei progetti di vita, non amo il potere (fondamentalmente, invecchiando divengo sempre più anarchico, come Kropotkin, che era anche uno scienziato e un interessante "urbanista"), ho forse ancora qualcosa da dare nelle ricerca e nell'insegnamento; se giova all'interesse comune che io diriga AAA lo farò, ma se giova il contrario non ho problema a "darla vinta" a chi vorrebbe che mi levassi di mezzo. Tutto qua. Un abbraccio.

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  8. No Bibo. Servi tu. Solo tu puoi riuscire. So che pesa, che costa moltissimo, umanamente, in molti sensi. Ma la tua legittimità, voluta con forza dai tuoi colleghi, esiste ed è troppo forte perché tu possa tradirla. E non è questione di abbandonare la nave prima o dopo le scialuppe. E' proprio questione di non abbandonarla affatto, perché il viaggio è lungo, e può essere molto molto bello.

    Coraggio. G.

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  9. Davvero nessuno è indispensabile. E quello che si deve fare nella vita pubblica è scegliere quel che serve la bene comune. Anche io penso che il viaggio potrebbe (avrebbe potuto) essere lungo e bello, ma serve navigare senza buchi nella chiglia, remore, zavorre, cibo avariato, bussole manomesse, vele squarciate, alberi marci, ...
    Coraggio ne abbiamo, pazienza anche.

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  10. Sicuramente. Nemmeno AAA è indispensabile, né il Magnifico rettore, e nemmeno l'Ateneo e il Sindaco o l'intera Giunta. Vedi però che a tappare le falle e cambiare le vele marce ci stanno provando i tuoi colleghi, e non solo loro, giovani e meno giovani, donne e uomini. E' per questo anche, per il loro lavoro (spesso contemporaneo) di mozzi, marinai, comandanti in seconda, che devi restare dove sei. Perché ho molti dubbi che continuerebbero a provarci, se non ci fossi tu al timone.

    Ciao (coraggio e pazienza). G.

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  11. Io, se recupero la mia dimensione zen e se riesco a coordinare meglio il lavoro di gruppo, posso anche resistere.
    Ma devo essere convinto che serve.
    Vedi ci sono talvolta cose misteriose. Giustamente gli Amministratori chiedono che venga riconosciuto il loro impegno per quel che hanno fatto concedendo spazi ad AAA (allo stato il Pou Salit e l'Asilo; i brandelli di Orfanotrofio e Caserma sono provvisori, impropri e molto malmessi (li usiamo per disperazione); e io lo riconosco, e noi li riconosciamo e siamo grati: ho messo in rete la distinta degli spazi al decimetro quadro peer trasparenza.
    Ma la curiosità si ferma sulla soglia di AAA; la mia domanda di qualche tempo fa: "ci sono altri prestigiosi locali che il Comune ha dato in uso all'Università?" non ha suscitato troppo interesse.
    Noi siamo per la trasparenza e ci mettiamo la faccia in ognuna delle nostre opinioni, pronti ad ammettere gli errori.
    Ecco.

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  12. Così ti riconosco. Dici di quel Palazzo che dà sulla Piazza Civica? No, meglio non rispondere. Vediamo, vediamo. Grazie.
    G.

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  13. Infatti non rispondo. Il problema non è la localizzazione è la poca loquacità e la scarsa curiosità. Strane entrambe.

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