venerdì 28 settembre 2012

L'anno che verrà.

Lunedì primo ottobre inizieranno le lezioni di gran parte dei nostri corsi (tutti tranne la laurea Magistrale in Pianificazione che comincerà il giorno otto).
Ancora una volta dovremo chiedere dei sacrifici ai nostri studenti (e non solo a loro): gli spazi che abbiamo a disposizione sono di gran lunga insufficienti per le nostre esigenze didattiche e lavorative (solo grazie alla disponibilità del dirigente e dei colleghi del Liceo abbiamo in tempo, all'Artistico, gli spazi minimi per esistere).
Non credo sia giusto e sensato che per tanti anni si sia costretti a stiparci in spazi inadeguati, senza riscaldamento, senza condizionamento.
Ringrazio gli studenti e i colleghi perché, nonostante tutto, si impegnano e ottengono grandi risultati (da quattro anni sul podio e con una tripla A, unica Facoltà del Sud; tanti concorsi vinti dagli studenti e laureati, docenti prestigiosi da tutto il mondo; un'attività di ricerca ricca e articolata); il loro disagio è anche un mio disagio; credo che siamo davvero al limite.

Eppure ci sarebbero, ci sono, prospettive interessanti ed entusiasmanti: molti docenti che vogliono unirsi al nostro Dipartimento, tante richieste di iscrizione per le nostre Lauree, anche dal Continente, tre Master internazionali in partenza, la prospettiva concreta della costruzione di una struttura di raccordo internazionale (già abbiamo due lauree congiunte con altri Paesi europei), decine di accordi con Comuni ed Enti locali, decine di Erasmus in entrata, molte decine di stage e tirocini in tutto il mondo.

Ma la canzone è sempre quella: è in grado (e lo vuole?) questo territorio, questa città, questa Regione, questo Ateneo di mettere in condizione una sede staccata (una sede staccata, una sede staccata, una sede staccata) di disporre delle condizioni minime per ben operare?
Non disconosco gli sforzi che l'Ateneo sta facendo e ringrazio il Magnifico Rettore e il Direttore Generale per il moltissimo che stanno facendo per noi, ma - come è evidente - non basta.

Ripeto ci sono delle splendide prospettive per fare di AAA una Scuola di qualità. Per rendere AAA allo stesso tempo internazionale e capace di essere al servizio della città e del territorio. Ne parlerò venerdì 12 alle 11 in una conferenza stampa. Vorremmo, vogliamo, che la nostra Scuola sia ancora e sempre ad Alghero, ma se non è possibile ben venga AAS o AAPT.

Intanto a studentesse e studenti e a colleghe e colleghi auguro un buon anno accademico.
Ricco, interessante, divertente, creativo e utile.

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