giovedì 21 giugno 2012

Situazione difficile

Ieri si è svolto un difficile Consiglio di Dipartimento; non ritengo opportuno commentare la discussione, a tratti aspra e sempre faticosa.
Ma sì, ribadire alcune questioni.
La prima - e lo voglio fare una volta per tutte e in modo chiaro - riguarda la nostra storia; è stata una storia difficile e appassionante che ha dato vita a un'esperienza formativa e culturale straordinaria (soprattutto per le   condizioni in cui si è svolta) con risultati eccellenti; molti di noi hanno contribuito a questi risultati, ma nulla sarebbe stato possibile senza la guida e l'impegno di Vanni Maciocco, che ci onoriamo di avere all'unanimità proposto per il titolo di Professore emerito. Che il mio stile di "governo" sia diverso da quello di Vanni e che alcuni aspetti del progetto debbano essere ripensati, sono fatti indiscutibili, ma semmai questo rafforza i meriti di Vanni; stile, approccio, modalità di governo sono diversi, ma la mia visione sta nel solco di quella su cui abbiamo fondato AAA; può non piacere, ma questo penso e ho detto, liberi tutti di non essere d'accordo.
La seconda - e lo voglio fare in modo chiaro - riguarda la convinzione, che è alla base dell'atto fondativo del Dipartimento, della necessità di intrecciare fortemente i percorsi formativi dell'architettura, dell'urbanistica e del Design, con un'apertura alle questioni ambientali e paesaggistiche, mantenendo i corsi di studio "completi" in architettura e urbanistica, lavorando per la riapertura di Design (anche in accordo con Cagliari) e verificando le possibili collaborazioni e convergenze con altri Dipartimenti per pensare a corsi di Ingegneria dell'ambiente e Architettura del paesaggio.

Ciò premesso sono molto pessimista che un Dipartimento come AAA possa, nelle contingenze attuali, mantenersi in vita, con la qualità e la capacità innovativa di cui ha bisogno; ho detto in Consiglio il perché: scarso peso politico, numero di docenti insufficiente anche in prospettiva, contrazione drammatica delle risorse finanziarie, incertezza sugli spazi disponibili (non sappiamo dove svolgere la didattica nel prossimo anno accademico, almeno nella prima metà), cronica sotto-dotazione di personale, precarietà o mancanza di alcuni servizi per il fatto di essere sede staccata.
Queste criticità non mi paiono in via di soluzione, anzi il peso della crisi economica e (se posso permettermi di dirlo) il modo con cui i governi la affrontano, rende molto più acute alcune di esse.
Servirebbe, sarebbe servito, un grande scatto, un'espressione non formale di volontà politica di tutti gli interlocutori e di tutti gli attori, una vitalità della nostra comunità; voglio dire che nulla è scontato in questi giorni cupi, non è scontato neanche che in Sardegna rimangano due Atenei, e neppure che quel che resterà non sia relegato al ruolo di teaching university (come sembrerebbe che voglia il ministro pro-tempore); quindi non è neppure scontato che AAA sopravviva; ci sta: tutto ciò che nasce muore.
Ribadisco - spero senza lasciare dubbi - la mia posizione.
Sono una scelta annunciata e irrinunciabile le mie dimissioni: il Direttore di un Dipartimento deve - a mio avviso essere eletto da tutte le componenti, nessuna delle quali è ornamentale.
Come ho sempre detto, la mia disponibilità ad accettare di riproporre la candidatura era subordinata alla convinzione che vi fossero le condizioni di una prosecuzione della grande esperienza di AAA; allo stato delle cose non vedo che queste condizioni ci siano, anzi mi pare che non ci siano proprie.
Non mi sottraggo alla discussione pubblica, vediamo cosa vorrà fare la nuova Amministrazione, qualunque essa sia, vediamo se avremo o no una presenza nell'organo di governo più importante dell'Ateneo (così ha voluto la legge Gélmini), vediamo se condividiamo una visione e se abbiamo o no una coesione interna e una voglia di contribuire con generosità e passione al bene comune, vediamo cosa vorranno dirci i nostri  interlocutori; dopo le elezioni del Consiglio di Amministrazione, devo fare un viaggio privato in Spagna di tre giorni, immediatamente dopo il mio ritorno formalizzerò le mie dimissioni: spero che qualche collega sia disponibile a candidarsi.
Nei prossimi giorni argomenterò le mie valutazioni.            

1 commento:

  1. Bibo, ripensaci!, anche se so che le tue parole sono pesate e non a caso fondate da una situazione generale difficile. Non conosco i particolari, ma quando si è in questi momenti difficili penso che una figura come la tua sia importante e di riferimento. con stima, Marco Visicaro

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